Campidoglio. Raggi, Meloni e Giachetti: la ‘Civil War’ per Roma in live Facebook

Campidoglio. Raggi, Meloni e Giachetti: la ‘Civil War’ per Roma in live Facebook

È il 2016, Twitter perde colpi sotto il dominio di Facebook, Periscope è nel dimenticatoio e Instagram coglie successi finanziari di giorno in giorno. Si vive, si mangia, si cresce con i social network. Lo sanno i giornali, lo sanno i cittadini, lo sanno pure i politici. Lo sanno pure Virginia Raggi, Giorgia Meloni e Roberto Giachetti, i tre candidati al Campidoglio per le prossime elezioni a sindaco di Roma. I loro staff, in vista dell’ormai prossima campagna elettorale, sono sul piede di guerra per dar vita a una guerra civile (o “Civil War”, per dirla in chiave Marvel) senza sconti.

La Raggi in metro

La candidata del Movimento Cinque Stelle, reduce da una polemica evitabile sul suo passato ‘black’ (ha svolto la pratica legale presso lo studio Previti dal 2003 alla fine del 2006), sceglie di esordire in diretta Facebook dalla metro di Flaminio, fermata centrale della Linea A. Virginia, che dall’inizio si batte per cambiare l’Atac da dentro con motivazioni tutt’altro che scontate, è in stazione per controllare se “funziona il montascale” per disabili. L’oggetto in questione non è funzionante, al che la Raggi promette di chiamare l’azienda per “delucidazioni” del caso e chiude un video breve, dal tono leggero di denuncia ,che in fin dei conti era pure evitabile.

Occhio agli errori, però:

Se dare appuntamento al 30 marzo invece del 30 aprile è un errore da matita blu, quello di confondere il profilo fake di Arfio Marchini con quello del vero Alfio (polemizzando sul commento di un ‘giocoso’ Giachetti) è un passo falso di quelli indelebili. Quasi quanto dare la colpa ai giornalisti per la morte di Gianroberto Casaleggio.

I selfie di Giorgia

La ‘Giorgia nazionale’ combatte per apparire come la più invincibile, virile e seducente (Photoshop permettendo) candidata al Campidoglio. Il tutto grazie a una campagna social curata, zeppa di spunti utili ad attrarre fiducia e consenso. Si riprende con alle spalle i suoi manifesti elettorali, dà modo ai suoi spettatori di aprire dibattiti con un tono diffuso di serietà e competenza, cura la sua immagine allo stremo perdendosi poi nei soliti slogan ‘salviniani’ che danno addosso a Renzi e a un Berlusconi di cui patisce la mancanza di coccole. I live della Wonder Woman di Fratelli d’Italia sono estenuanti, lunghi, interminabili: però soddisfano i suoi elettori. Finora, però, il lato più azzeccato del suo programma è l’imitazione della Guzzanti. Negarlo è quasi impossibile.

E Roberto cucina

A proposito di ‘era social’, probabilmente nella vita di Giachetti è preponderante anche l’aspetto Masterchef, dato il suo esordio ‘culinario’ in diretta nazionale. Il candidato PD, che già in fase primarie aveva parlato di “carbonare” e ‘società dei magnaccioni’, insiste sul lato maccheronico della campagna elettorale puntando sulla fruibilità del suo prodotto. “Faccio come i cuochi veri, potrei fare un programma. Magari qualcuno si appassiona pure”, dice lui.

C’è chi l’ha presa bene:

Schermata 2016-04-29 alle 20.43.47

Chi un po’ meno:

Schermata 2016-04-29 alle 20.43.54

Mentre Guido Bertolaso, ex cocco di Berlusconi, si fa da parte per dare risalto al bel volto di Alfio Marchini – quello vero -, su Facebook è ormai caccia spietata al like:

I CANDIDATI AL CAMPIDOGLIO PIÙ SEGUITI SU FACEBOOK:

  1. Giorgia Meloni: 551.960
  2. Virginia Raggi: 106.260;
  3. Alfio Marchini: 36.683;
  4. Roberto Giachetti: 16.956.

Se è vero che i social non fanno la differenza, oggi in ottica elezioni contribuiscono a delineare i profili dei candidati politici quasi con più forza rispetto ai tradizionali manifesti politici (su cui la Meloni e Marchini già hanno regalato diverse gaffe). Per risollevare Roma serve più di un live. Serve un programma concreto, tangibile, fruibile ma mai scontato, all’altezza di una campagna social sempre ben curata ma spesso preponderante rispetto a contenuti del tutto assenti.

Pubblicato da riccardocotumaccio

Speaker, autore, giornalista e presentatore: il tutto in un solo uomo, pensate.