Cosa ha detto (e deciso) Renzi nell’ultimo Consiglio dei Ministri

Cosa ha detto (e deciso) Renzi nell’ultimo Consiglio dei Ministri

“Cambiare l’Italia per cambiare l’Europa”. Si presenta così, Matteo Renzi, al termine del suo sesto Consiglio dei Ministri. Nel segno dell’Europa, prossima ad esser guidata – nel semestre che parte il 1° luglio – proprio dall’Italia.

SvoltaRenzi

Tre, però, sono i punti da mettere in chiaro: economia, occupazione e, per l’appunto, politica. Con l’eliminazione del Senato – per Renzi “punto centrale” del suo governo – non solo si ridurranno costi e stipendi, ma si velocizzerà, e non poco, la manovra legislativa.

Vediamo, quindi, come nella Costituzione il testo vada a mutarsi, passo per passo, verso il traguardo del monocameralismo.

Art. 55 – Il Parlamento si compone della Camera dei deputati e dell’Assemblea delle autonomie.

L’Assemblea delle autonomie rappresenta le istituzioni territoriali. Concorre, secondo modalità stabilite dalla Costituzione, alla funzione legislativa ed esercita la funzione di raccordo tra lo Stato e le Regioni, le Città metropolitane e i Comuni.

A seguire, non meno importante, la riforma del Titolo V (quella parte della Costituzione italiana in cui vengono “disegnate” le autonomie locali), che prevede l’abolizione delle Province. Anche qui la Costituzione cambia volto:

Art. 114 – La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato (non più, quindi, da province, ndr). I Comuni, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione.

È la politica “del buon esempio”, che vede nelle possibilità dello Stato – almeno stando alle intenzioni di Renzi – un rafforzamento di poteri.

Art. 117, Nuove funzioni (rafforzative, ma ovvie?) dello Stato – Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie e funzioni, tra cui:

–  in materia economica: coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributarioin materia amministrativa: norme generali sul procedimento amministrativo; disciplina giuridica del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche.

E le prime mosse? Detto fatto: da subito all’asta 100 auto blu, l’istituzione di un apparato statale – nato col governo Monti, ma mai attuato – contro la corruzione con tanto di candidato pronto, Raffaele Cantone (“magistrato in prima linea contro la Camorra”).

A livello economico, “per rispettare i patti”, si parte con l’accelerare i pagamenti dei debiti delle pubbliche amministrazioni, sbloccando un totale di 68 mld di euro entro luglio. 3,5, invece, sono i miliardi da destinare alla scuola, sia per rendere più sicuri gli istituti, sia per rilanciare l’edilizia. 3, i miliardi sbloccati dai fondi europei; 1,5, destinati all’ambiente.

Poi, nei fatti, ecco la vera svolta del governo Renzi: aiutare i cittadini – 1000 euro netti in più all’anno a chi ne guadagna 1500 al mese – e le aziende – con la diminuzione del 10% sull’IRAP (imposta regionale sulle attività produttive).  “È un meccanismo di serietà”, secondo il premier, che entrerà effettivamente in vigore dal 27 maggio. 10 miliardi circa sul piatto, da subito.

Ce lo possiamo permettere? Per Renzi sì, addirittura – si stenta a crederlo – senza alzare le tasse. “La fonte di finanziamento – dice – è una fonte che vede lo Stato stringere un po’ la cinghia, non tassando altrove”. Con lo sblocco dei debiti della pubblica amministrazione, insomma, c’è maggior liquidità nelle casse dello Stato e quindi più disponibilità immediata. Solo la diminuzione dell’IRAP per le aziende – di cui sopra – aumenterà la tassazione sulle rendite finanziarie (dal 20 al 26%).

Sul lavoro, infine, è prevista – per il contratto a termine – l’elevazione da 12 a 36 mesi della durata del primo rapporto di lavoro a tempo determinato. Viene inoltre prevista la possibilità di prorogare anche più volte il contratto a tempo determinato entro il limite dei tre anni, sempre che sussistano ragioni oggettive e si faccia riferimento alla stessa attività lavorativa.

Coraggio, determinazione, responsabilità, rischio. Le parole d’ordine di Matteo Renzi sono tante, quasi tutte significative. Sta a lui, ad ora, dare quel segnale immediato che da sempre – volenti o nolenti – ha ricercato. E che ora ha l’obbligo di attuare.

Pubblicato da riccardocotumaccio

Speaker, autore, giornalista e presentatore: il tutto in un solo uomo, pensate.