Grillo e Mussolini: perché il paragone non stona

Grillo e Mussolini: perché il paragone non stona

Roma, 1920 – Il socialismo di Lazzari e Serrati, di Turati, di Bordiga e di Gramsci soccombe e si indebolisce sotto i colpi della frammentazione interna. Le tre correnti – massimalista, riformista e consiliare – son così distanti ideologicamente da poter appartenere a tre partiti differenti. L’Italia, orfana dell’Istria e della Dalmazia e mal governata da un Giolitti combina guai è frustrata e mal rappresentata, provata – per di più – dai sacrifici della Grande Guerra. Vi è una grande instabilità politica, data dal mancato accordo del ’19 tra marxisti e cattolici ed ancor più grave se si considera l’alto odio della borghesia nei confronti dei socialisti e del governo Giolitti. Emerge quindi Benito Mussolini. Ex socialista ed ex direttore dell’Avanti!, egli si pone con forza, ambiguità e furbizia. Si fa baluardo della borghesia anti-socialista e dei ceti medi, dei contadini e dei proprietari terrieri, di chi non sopporta più la falce e il martello e di chi, ad ogni costo, ricerca l’homo novus. Si taccia con violenza il nemico (gli austriaci erano “i vigliacchi, i nemici della patria”), si affonda il socialismo distruggendone sì le sedi, ma annichilendone l’ideologia, ormai sconfitta per insufficienza organizzativa e divisioni politico-ideologiche da tempo insormontabili. La classe liberale cede, Mussolini è il leader della destra nazionalista, ha i ceti medi e la borghesia. Nel ’22 è Presidente del Consiglio. Si avvia l’ascesa del Partito Nazionale Fascista.

Roma, 2013 – La caduta di Berlusconi, nel 2011, regala al Partito Democratico la chance di una vita: salire al governo per governare l’Italia. Non la si coglie (vuoi per incapacità, vuoi per interessi) e sale un tecnico: Mario Monti. Il PD si allea col PdL di Berlusconi, Renzi prova l’assalto: lo fallisce ed è Bersani a vincer le primarie. Torna Berlusconi, si oppone a Monti e Bersani torna ad opporsi al PdL. Dopo aver svilito a suon di tasse l’Italia, Monti rassegna le dimissioni e – contraddicendosi – sceglie di ricandidarsi. L’Italia è nei guai. Il clima è teso: dilaga l’anti-politica, il “delusionismo” dei nuovi indecisi. Cambia l’elettorato, si sposta l’asse: si cerca una nuova rappresentanza che non stia più nei nomi noti di chi ha afflitto il paese, ma in una nuova speranza: l’homo novus. Emerge quindi Beppe Grillo, la voce dei cittadini, della democrazia, dei delusi e dei speranzosi, di chi – a giusto titolo – vuole una politica diversa, dal volto nuovo. Ex comico, il suo Movimento Cinque Stelle conquista, piace e si fa piacere. Grillo si pone con violenza ed entusiasmo, con fascino e forza. Al motto di “tutti a casa!” sogna un’Italia diversa. Da comico qual è (e badi, non è un insulto) Grillo prende in giro con sfrontatezza l’avversario politico. Lo spiazza, lo annienta. Alle elezioni di febbraio è boom Grillo: cede il centrosinistra, il M5S trionfa alle camere e il paese – ancora una volta ingovernabile – è dinanzi un bivio.

Va da sé capire come il confronto Mussolini-Grillo stia solo nella premessa. Dar del fascista a Grillo è, nell’antefatto storico, una verità. Il Movimento vive sì di ideologia propria, ma si fa largo nel clima d’anti-politica ormai di casa in Italia. L’enfasi oratoria, il carattere, la forza e l’entusiasmo di Grillo han conquistato l’elettorato sia di destra che di sinistra, ormai stufo di esser mal rappresentato, proprio come i contadini ex-socialisti o i borghesi ex-liberali. Va da sé capire come dar del fascista a Grillo solo per etichettarlo o demonizzarlo sia invece un grave errore. Al contrario di Mussolini e dei Fasci di Combattimento, il M5S non ha di certo preso il potere con la violenza fisica. Sono invece il contesto sociale, la fluidità dell’elettorato e un carisma non irrilevante a generare un paragone giusto nella storia, fuorviante dell’ideologia. La leadership di Mussolini scaturì nell’irresponsabilità di un uomo soggiogato dal potere, in un’Italia inerme. La speranza, in fin dei conti, è che Grillo non cada nello stesso, terribile tranello.

Pubblicato da riccardocotumaccio

Speaker, autore, giornalista e presentatore: il tutto in un solo uomo, pensate.