Occhio Grillo, Renzi ti si mangia (e da subito)

Occhio Grillo, Renzi ti si mangia (e da subito)

«O Beppe non controlla i suoi senatori, che è un’ipotesi, nel senso che non può dire ai tacchini di anticipare Natale, oppure non vogliono fare politica nell’interesse dei cittadini. Vediamo. Io sono molto fiducioso. Non sono affatto pentito di essermi rivolto a Grillo». E certo che non lo è. Non che Renzi si sia rivolto a Grillo per il bene nazionale, per la ripresa o per chissà qual altro motivo moralmente apprezzabile.

Matteo Renzi

Quella del leader PD al leader M5S è una sfida di consensi lanciata senza troppi fronzoli: diretta, cinica, a parole persino ‘violenta’; quasi a voler stringere l’ex comico in una morsa tra il carisma di un segretario sulla cresta dell’onda e l’ambiguità di un MoVimento dalle evidenti lacune. E se finora i vari Letta ed Alfano si sono prostrati al gioco di Grillo e Casaleggio, Renzi l’ha subito messo in chiaro: “io non ci sto”. E per giunta contrattacca sulla legge elettorale: «Mi viene il dubbio che i Cinque Stelle non vogliano cambiare, ma solo protestare». Ed è lì, sui punti deboli dell’ideologia ‘grillina’ che Renzi vuol far forza. È di pochi mesi fa la dichiarazione pro-porcellum di Grillo (“col porcellum c’è l’alto rischio che il M5S vinca le elezioni. Poi la legge elettorale la cambiamo noi”), parole che a Renzi – vago, sì, ma diretto sui concetti – spianano la strada verso ampie interpretazioni e contro-interpretazioni. Perché il sindaco sarà anche elusivo, ma al contrario di Grillo (travolgente quanto contraddittorio) quasi mai lascia spazio ad interpretazioni. Più che sui pensieri, quella tra i due nuovi leader del panorama politico sembra presentarsi come la guerra delle apparenze. Quasi si vivesse in costante campagna elettorale, con l’unico fine, presente e costante, di conquistare l’elettorato. Che sia la battaglia di Twitter, tra due partiti a dir poco ostili (ed è un peccato, in fondo) o tra due leader carismatici, quella tra Matteo Renzi e Beppe Grillo pare indicare già un chiaro vincitore. Che il M5S si salvi in calcio d’angolo: a Renzi non piace esser chiamato eroe, ma ci si sente tanto. E questo è un rischio.

Pubblicato da riccardocotumaccio

Speaker, autore, giornalista e presentatore: il tutto in un solo uomo, pensate.