Quando il Vaticano è (davvero) più a sinistra di Renzi

Quando il Vaticano è (davvero) più a sinistra di Renzi

Riconoscere lo “Stato di Palestina” per intensificare il sostegno della comunità internazionale al fine di nuovi (e più efficaci) negoziati di pace. Con queste premesse Papa Francesco accoglie a San Pietro il presidente palestinese Abu Mazen, chiamandolo “angelo di pace” e abbracciandolo più volte calorosamente in segno di fratellanza. Stamani (anche se, secondo padre Lombardi, in maniera “del tutto casuale”) il Vaticano proclama le prime sante palestinesi dell’epoca moderna: Marie Alphonsine Ghattas e Mariam Baouardy Haddad, due religiose nate a metà ‘800. Gesti diplomatico-religiosi forti, che assumono senza timore un carattere politico chiaro, già evidente negli scorsi anni. La promozione della Palestina da “entità non statuale” a “stato osservatore non membro” (datata 2012), la preghiera sul muro di Betlemme (foto), l’invito a Roma dei due presidenti ‘nemici’ e finalmente, 3 giorni fa, il riconoscimento ufficiale dello stato: segnali che mai il governo Renzi ha eguagliato, o addirittura avvicinato. Anzi: il suo partito – capace di approvare in una sola giornata una mozione pro-Israele e pro-palestinese (gesto simbolico, comunque ambiguo ed affatto vincolante) – continua a prendere le distanze da una problematica grave, nei pensieri – così pare – solo di SEL e M5S. Del resto Renzi lo sa: gli stati che decidono di avviare relazioni diplomatiche con quello palestinese decidono di fare pressione sul governo israeliano. Il gioco non vale la candela. Chissà se in fondo, oltre che nel carattere mediatico, Bergoglio non sia davvero più comunista di Renzi anche nei fatti.

Pubblicato da riccardocotumaccio

Speaker, autore, giornalista e presentatore: il tutto in un solo uomo, pensate.