Turchia, Erdogan resiste: non cessano i morti, ostacolata la libertà di stampa

Turchia, Erdogan resiste: non cessano i morti, ostacolata la libertà di stampa

Si può pensare che da giugno ad oggi – con l’estate, il mare e le vacanze – la Turchia abbia lentamente mollato la presa nei confronti di Erdogan e il suo modus operandi dittatoriale e decisamente anti-democratico.

Turchia

MORTE – Eppure due giorni fa, il 10 settembre, un ragazzo di 22 anni, Ahmet Atakan, è morto ad Antakia nel sud della Turchia colpito alla testa da un lacrimogeno. Ha manifestato per chiedere il processo degli agenti che nel giugno scorso hanno ucciso Berkin Elvan, un ragazzo di 14 anni, a sua volta colpito da un lacrimogeno mentre (al di fuori di qualsiasi manifestazione) comprava il pane. Coincidenze, fatalità, azioni che, come sinonimo, trovano sempre la parola morte.

CENSURA – E se non si cessa di manifestare – tenace, in prima linea, il Pkk (Partito del lavoratori del Kurdistan) – Erdogan prova a tagliar le gambe alla stampa libera. La Turchia, difatti, è il paese con più arresti tra i reporter, fermati con la scusa di appartenere a un’organizzazione terroristica. Secondo il CPJ (Committee for the protection of journalists) la maggior parte degli organi di stampa turchi – si intende anche radio, tv e testate online – sta assumendo un profilo filo-governativo per convenienza. In poche parole, il collasso della libertà di stampa.

Che la Turchia possa risollevarsi da quello che oggi, più che un governo ci pare un regime, oggi sembra difficile. E l’ONU dorme, silenziosa, dinanzi una situazione che non solo già preoccupa, ma che può ri-esplodere da un momento all’altro.

Pubblicato da riccardocotumaccio

Speaker, autore, giornalista e presentatore: il tutto in un solo uomo, pensate.