1994-2013: Silvio Berlusconi, il fu Cavaliere. Che autogol il videomessaggio

1994-2013: Silvio Berlusconi, il fu Cavaliere. Che autogol il videomessaggio

20 anni si fanno sentire. Anche per uno come Silvio Berlusconi. A testimoniarlo, in maniera più che evidente, è l’arma migliore del Cavaliere: quella del videomessaggio. Simbolo di un exploit – quello del ’94 -, di un modo innovativo di far politica, di aria nuova, oggi al contrario simbolo di declino e di collasso, di inevitabile decadenza.

1994-2013L’EXPLOIT DEL ’94 – Nell’ormai celebre discesa in campo, il leader di Forza Italia si mostrò (in maniera propagandisticamente impeccabile) uomo fermo, saggio, capace di portare in politica l’abile figura dell’imprenditore vincente, simbolo di nuova, energica speranza ideologica dopo il crollo partitico di Tangentopoli. Oltre al sorriso smagliante, il tono di voce pacato e l’atmosfera realmente distesa, quelle parole d’amore, di fiducia e di affetto nei confronti dell’Italia e del suo popolo spinsero 8 milioni di elettori (per un totale del 21%) a scegliere Forza Italia e il suo moderato cavaliere.

2013: IL COLLASSO – 19 anni dopo, oggi, il doppiopetto è lo stesso – con tre taglie in più -, la cravatta pure, ma nel complesso Silvio è più finto, spento. E se la riapertura di Forza Italia è alle porte, lui non sembra gioirne a fondo. Dal Cavaliere che era si è confermato per il Condannato che è: martire – a sua detta – di una magistratura politicizzata ma in realtà leader di reati intollerabili. Specie se si è al governo. Per lui la sinistra è causa “d’odio, di invidia e di violenza”, sentimenti che emana lui stesso in un “concentrato di dolori personali e di rancori collettivi”. Rancore, per l’appunto, in antitesi con la pacatezza del fu Silvio Berlusconi, giunto ormai alla frutta sia dal punto di vista politico, sia da quello legale.

Se nel 1994 novità, pacatezza, sorrisi e foto di famiglia ci avevano propinato un Silvio Berlusconi a cui dar ben volentieri il proprio voto, il 2013 ci regala un Silvio Berlusconi carico di tensioni, di stress e di odio. Un Silvio Berlusconi cui – se già non lo si è fatto – voltare le spalle. Perché ad oggi, votare un fantoccio, circondato dai suoi burattini, sarebbe una pessima scelta per il proprio paese. Per quell’Italia che noi, più di lui certamente, amiamo veramente.

Pubblicato da riccardocotumaccio

Speaker, autore, giornalista e presentatore: il tutto in un solo uomo, pensate.