ATA Hotel: l’altra faccia del calcio – l’esperienza di Riccardo Cotumaccio

ATA Hotel: l’altra faccia del calcio – l’esperienza di Riccardo Cotumaccio

Stazione Ostiense, binario 16, ore 6.30. Quel Roma-Milano è lì, fermo ad aspettarmi ormai da qualche mese. Lo prendo, mi siedo, attendo. Inizia il primo, vero, autentico viaggio di lavoro. Proprio a Milano, acerrima nemica – si fa per dire – di noi romani. Da lì, dopo aver posato le valige, andrò all’ATA Hotel Executive. Accreditato, è noto, per SoccerMagazine, testata sportiva di cui sono redattore da ormai quasi un biennio. Trovo l’Italo, sofisticato e accogliente. Un po’ come la Milano che troverò una volta sceso a Porta Garibaldi. Sono le 9.56, saluto il personale, esco dal treno, prendo la metro. Sono diretto in Centrale, direzione hotel Demò. È il primo Settembre, l’estate è alle spalle, l’impegno è alle porte. Trascorrerò l’intera giornata a visitare ciò che di Milano va visto: Duomo, Castello Sforzesco, Navigli, Piazza Fontana, Scala e quant’altro. Il centro piace, Milano è città viva e dinamica. Di sera non posso perdermi San Siro, il Meazza, stadio di Milan e Inter. Per chi scrive di calcio, un’emozione rara. Poi è tempo di dormire, il 2 settembre la sveglia suona presto. Il calciomercato ci aspetta.

Eccoci al lavoro, nella hall dell'ATA Hotel
Eccoci al lavoro, nella hall dell’ATA Hotel

L’ACCOGLIENZA – L’ATA Hotel Executive, 4 stelle a pochi passi da Corso Como, è da anni casa fissa dell’ultima, calda giornata di calciomercato. Per SoccerMagazine non è affar nuovo. Proprio l’anno scorso quattro di noi vi si sono recati in qualità di inviati. Per me, al contrario, è la prima, vera esperienza con l’altra faccia del calcio. Quella che non comprende giocatori, arbitri o fuorigioco, e che invece ben conosce firme, contratti, stipendi ed interessi. L’accoglienza è insolita, silenziosa ma professionale. Acquistato il wi-fi, muniti di tre portatili e rispettivi smart-phone, il lavoro può iniziare. L’ora calda sta per scoccare.

PRIMA LE PICCOLE – A farla da padrone – almeno fino a pranzo – sono le trattative che a pochi interessano e che eppure si chiudono: quelle di Serie B, Prima e Seconda Divisione. L’Hotel si riempie di procuratori e dirigenti (scorgo l’indimenticabile Massimo Taibi), ma la presenza predominante è quella della stampa: SKY, Premium e Rai sono in prima fila, seguono Sportitalia e GazzettaTV. Gli inviati si riconoscono: Di Marzio, Raimondi e Criscitiello si ergono a protagonisti sul palcoscenico, e con loro le rispettive, attrezzatissime troupe. Dopo pranzo la hall inizia ad accendersi, i cellulari squillano sempre più freneticamente. Il conto alla rovescia è iniziato.

SERIE A: ECCO KAKÀ , CASO QUAGLIARELLA – Dopo il piacevole revival di Kakà al Milan, a tener banco è il caso Quagliarella, vicino alla Roma. Sono le 18.00, e nella trattativa si inserisce di prepotenza la Lazio (orfana di Yilmaz). È ora di cena, Sabatini (o chi per lui) fugge a cena con Marotta. Con la Lazio fuori dai giochi sembra fatta. Ci si blocca sull’ingaggio, ma con Borriello in uscita forse la soluzione è dietro l’angolo. Poi l’imprevisto: ad un’ora dal termine Conte blocca l’ex Napoli: la cessione non s’ha da fare. Si chiude la cena (mal digerita), e per di più salta l’approdo di Gilardino alla Juve. Si gioca al fermi tutti, ognuno resta dov’è.

FINO ALL’ULTIMO MINUTO – Verso le 22.00 inizia a farsi strada un po’ di vero e sano sport: la corsa. Gli agenti si sgolano, firmano contratti al tavolo buffet o per le scale, giocatori (quei pochi che ci sono) gioiscono o si disperano. In poche parole: è caccia alla firma decisiva. Il count-down preoccupa pochi e diverte i molti (troppi) giovani che affollano la hall aperta al pubblico. Noi continuiamo a scrivere, il Genoa è scatenato, il Verona pure. La Lazio piange miseria e la Roma resta così com’è. La Juve s’accontenta, così come pure l’Inter e il Napoli. Oltre Kakà, di grandi colpi di scena non se ne son visti, ma di certo la frenesia non è mancata.

Alle 23.00 il mercato chiude i battenti. L’Executive si svuota, noi chiudiamo i computer e ci godiamo il dovuto relax. Anche se in crescendo, la giornata è stata a dir poco impegnativa, ma anche bella, meravigliosa, indimenticabile. Se si lavora con passione, del resto, c’è sempre qualcosa da ricordare. Ed è per questo che oggi, di ritorno a Roma sul treno 9977, scrivo e chiudo un racconto che di certo rileggerò con piacere. Perché all’ATA ci tornerò di sicuro. Ma la prima volta ha sempre un sapore tutto suo.

Pubblicato da riccardocotumaccio

Speaker, autore, giornalista e presentatore: il tutto in un solo uomo, pensate.