Il profilo Twitter dell’Esercito d’Israele: “Ecco perché li distruggiamo”

Il profilo Twitter dell’Esercito d’Israele: “Ecco perché li distruggiamo”

Se nel corso della Grande Guerra – ormai un secolo fa – carri armati, fucili, cannoni, trincee e quant’altro colsero di sorpresa avversari, ma anche protagonisti stessi del conflitto (che solo pochi anni prima scendevano in campo con spade e baionette), oggi il concetto di guerra cambia di nuovo, trovando nei social network nuovi e potenti mezzi di propaganda. È il caso delle Forze di Difesa Israeliane, che su Twitter vantano dal 2009 un profilo ufficiale con tanto di descrizioni, hashtag, grafiche personalizzate ed un buon numero di follower (321.000). A colpire, però, sul profilo @IDFSpokenperson (link) non è tanto la totale assenza di obiettività nei dati, nelle informazioni e nei resoconti del conflitto (non ci aspetteremmo di certo correttezza da una delle due parti in causa), ma l’assoluta indifferenza, nonché strafottenza nei confronti di chi, ogni giorno, muore all’interno della striscia di Gaza. E non parliamo di militari, bensì di civili. E quindi di diritti umani costantemente violati.

Il profilo Twitter delle "Israel Defense Forces"
Il profilo Twitter delle “Israel Defense Forces”

Andiamo in ordine, con alcuni esempi:

Si inizia con un dato molto, molto relativo. Israele si vanta d’aver ucciso 110 terroristi dall’inizio della missione via terra. Peccato però che i morti palestinesi – al 20 luglio – ammontassero già ad almeno il doppio. Quel numero, però, è stato casualmente ignorato. 

Nella notte tra sabato 19 e domenica 20 Israele ha attaccato massicciamente Shejaiya, quartiere orientale di Gaza. Sono rimasti uccisi circa 60 palestinesi (senza contare gli oltre 60mila sfollati). Israele però parla dei suoi “13 militari uccisi”, peraltro il numero più alto di vittime da anni. Quei 60 palestinesi – più di 80 a fine giornata – erano solo ed esclusivamente terroristi?

Le chicche migliori, però, stanno nelle reiterate auto-proclamazioni d’innocenza. Israele si vanta d’aver dato tregua più volte ad Hamas e d’aver ricevuto in cambio solo nuovi attacchi.

Anche qui, però, mancano dettagli importanti. Non appare menzione di come più volte l’esercito israeliano abbia distrutto ospedali (vedi il centro per le cure riabilitative Al-Wafa, a Gaza) e quartieri popolati da civili, abbia ucciso bambini, distrutto famiglie intere lasciandole senza casa. La grande distrazione propagandistica è efficiente e continua: sempre secondo Israele, Hamas avrebbe invitato i civili palestinesi ad ignorare gli avvisi d’attacco israeliani affinché facessero da scudi umani (qui e qui i tweet). Nel credere a questo profilo, l’unica e vera operazione mossa dall’esercito israeliano sarebbe quella di sgomberare, bloccare od eliminare i diversi tunnel tramite cui Hamas si infiltrerebbe per attaccare il nemico da dentro. Eppure, di fronte ai fatti, la propaganda è zero.

Qui uno sfoggio di delicatezza. Testuali parole: “Ecco perché li stiamo distruggendo”.

Questo però, a mio modo di vedere, è il post più tosto da digerire. Gli israeliani pubblicano un video dimostrativo, in cui provano d’aver impedito un bombardamento diretto ad una zona in cui erano stati appena avvistati dei civili (bambini, per la precisione).

Ennesima dimenticanza, ma sarà un caso: proprio pochi giorni dopo, un altro video – diffuso dalla tv francese, non da quella palestinese – ha ripreso l’assassinio da parte delle milizie israeliane di un gruppo ben nutrito di giovani palestinesi (video).

Il 19 luglio, infine, viene pubblicato questo tweet, in cui si elencano i nomi di due militari israeliani caduti in missione.

Forse Israele non ha pubblicato l’elenco dei morti palestinesi perché impossibile da riportare in un solo tweet. Ve lo allego io, ma devo farlo tramite link esterno, perché stavolta nessun cinguettio è sufficiente ad elencare l’altissimo – nonché ignoratissimo – numero di morti totalizzato in poco meno di due settimane. Qui la lista delle 369 vittime di Israele, destinata vertiginosamente a crescere (e ad esser strumentalizzato) già dalle prossime ore.

Pubblicato da riccardocotumaccio

Speaker, autore, giornalista e presentatore: il tutto in un solo uomo, pensate.