Cotumaccio: “Per vincere lo Scudetto non si può dipendere da Gervinho e Salah”

Cotumaccio: “Per vincere lo Scudetto non si può dipendere da Gervinho e Salah”

Oggi, alle ore 16.10, sono intervenuto ai microfoni di footballscouting.it intervistato da Simone Gamberini, mio ex collega per soccermagazine.it. Come tema, la disfatta di Garcia in casa contro l’Atalanta e l’attuale momento dei giallorossi.

AUDIO: 1 (min. 4.20)

La Roma esce ridimensionata dal k.o. interno contro l’Atalanta. Cos’è successo ai giallorossi?

“L’Atalanta ha giocato bene, Reja è stato bravo, ha pianificato bene il match da vecchio saggio qual è. Certo, perdere in casa resta una notizia, concessa da una squadra – la Roma – che non lo è più. Contro i bergamaschi non si è visto nulla che avesse a che fare con il gioco del calcio. Garcia ha le sue colpe, gli infortuni (Gervinho e Salah in particolare) hanno tolto molto, ma una squadra che vuole ambire allo scudetto non può dipendere dai singoli”.

Pro o contro Garcia?

“Ora sono a favore di Garcia. Non perché ne apprezzi l’operato, ma perché dubito che un tecnico in corsa possa cambiare le cose. Si parla di grandi nomi (Ancelotti, Capello, Lippi), che però non accetterebbero il ruolo da ‘traghettatore’. Se si vuole davvero puntare sul grande nome, va preso a fine anno. Restando nel limbo del secondo posto, con tanto di qualificazione agli ottavi di Campions, Garcia non può essere esonerato. Ma sicuramente, per vincere qualcosa, dovrà essere sostituito in estate. Tre stagioni senza vincere, con le premesse fatte, devono chiudere un ciclo e aprirne un altro”.

Le parole di De Rossi nel post-partita contro l’Atalanta?

“Più criptiche di quello che sono sembrate. Quando gli viene chiesto se la squadra è con il tecnico lui risponde ‘non potrò mai dirti il contrario davanti alle telecamere’. Questo fa capire che qualcosina da dire, Daniele, ce l’ha da dire a Garcia. La coesione fa sempre uscire il gruppo dai momenti più bui. Pur non apprezzando l’atteggiamento tecnico di Garcia, quando parla di unità ha ragione. Peccato che in campo non si veda altro che anonimato tecnico. Non ci sono giocatori che trascinano i compagni, cosa che erano Strootman, Benatia o lo stesso Totti al primo anno del francese a Roma. Gli unici leader sono Salah e Gervinho, ma non possono dare disponibilità totale per tutta la stagione. Vedendo in campo Iturbe e Iago Falque rimpiango anche un po’ Ljajic, giocatore che ho sempre apprezzato”.

Il ruolo di Florenzi?

“Questa ambiguità è data dai problemi che la Roma ha lì dietro. L’unico terzino di definizione che questa squadra ha è Digne. Alessandro ripiega dietro perché Maicon non può assicurare qualità tecnica al livello della Serie A e perché Torosidis è in evidente calo rispetto alle scorse stagioni. Il dibattito sul ruolo di Florenzi in campo qui a Roma è molto acceso. Io sarei propenso a vederlo più davanti, sulla linea di centrocampo, a fare incursioni sulla fascia. Dietro non gioca male, spesso sopperisce ai buchi difensivi (non nei grandi match), ma sarà necessario comunque prendere un giocatore di ruolo. Alessandro va bene ovunque, anche nel fare gol strepitosi”.

Pubblicato da riccardocotumaccio

Speaker, autore, giornalista e presentatore: il tutto in un solo uomo, pensate.