Dalla Lario a Valeria Marini, quando il Parlamento ci ride su (ma noi no)

Dalla Lario a Valeria Marini, quando il Parlamento ci ride su (ma noi no)

I 640 voti, per Franco Marini, ad oggi sono irrealtà. Vuoi per la sfida con Stefano Rodotà, vuoi – ahimè – per le 101 schede bianche o peggio, per i nomi “a caso”.

E di nomi a caso, per il Quirinale, ne sono usciti sin troppi. A partire dal primo, quello di Valeria Marini, nominata di certo per l’omonimia del cognome con quello di Franco (candidato PD, PdL e Scelta Civica alla presidenza della Repubblica) e non per particolari meriti politici. Oltre alla showgirl, spicca il nome del Conte Raffaello Mascetti, personaggio di Amici Miei interpretato da Ugo Tognazzi, e quello di Veronica Lario, ex moglie di Berlusconi, seguito da un lauto coro di risate. Anche la Carfagna tra i nomi shock del primo turno (“non ha i requisiti”, precisa la Boldrini), e quello di Santo Versace, fratello di Gianni. Tra gli improbabili figura persino Michele Ricciardi, pittore del ‘700, o Giulio Napolitano, figlio di Giorgio, e oggi professore di Diritto Pubblico in quel di Roma Tre. Oltre ai 7 voti di Napolitano (padre), fa sorridere il voto a Margherita Hack, o quello a Claudio Sabelli Fioretti, giornalista. Sorridere, per così dire. Tra dissidenti o indecisi, il dubbio è permesso. Ma scherzare col fuoco, in quest’Italia, con questi politici, non aiuta di certo l’immagine già dilaniata di un paese che di scherzare dovrebbe averne abbastanza.

Pubblicato da riccardocotumaccio

Speaker, autore, giornalista e presentatore: il tutto in un solo uomo, pensate.