Chi era Theodor Herzl, fondatore del sionismo, e cosa c’entra con la Palestina

Chi era Theodor Herzl, fondatore del sionismo, e cosa c’entra con la Palestina

Se oggi la Palestina conta più di 1600 vittime – solo nel conflitto attuale, sia chiaro – lo si deve in principal luogo ad un movimento nato nel 1890, quando Nathan Birnbaum, scrittore e politico di spicco, ne conia il significato a Vienna, sulle pagine del suo giornale, il Selbstemanzipon (autoemancipazione). Il sionismo, per l’appunto, prende il nome dalla collina di Sion, in Gerusalemme, dove secondo la tradizione ebraica sarebbe sepolto il Re Davide, sovrano d’Israele nel corso del X secolo a.C. Per “Regno d’Israele”, specifichiamo, s’intende quel regno fondato nel 1030 a.C. nell’attuale Palestina, diviso in due entità: il Regno Settentrionale (detto d’Israele) e quello Meridionale (detto di Giuda), caduti rispettivamente nel 720 e 586 a.C. Specifichiamo ancora: le uniche fonti storiche disponibili a riguardo appartengono alla Bibbia, o meglio all’Antico Testamento. Dal 500 a.C. al 1890 il viaggio è lungo: quello che era – o sarebbe stato – il Regno d’Israele è divenuto dominio babilonese, persiano, ellenistico, romano, ottomano, per poi essere a tutti gli effetti, nella storia moderna, residenza araba. Fino, per l’appunto, al sorgere del movimento sionista.

Herzl

Se Birnbaum crea il concetto, diversi esponenti alto-borghesi dell’allora impero austriaco (filosofi, storici, politici, ma anche giornalisti) creano l’ideologia. Concetti come “il ritorno a casa” e “la rinascita d’Israele, di un Popolo”, si alimentano nei piani alti delle capitali europee in contrasto al sempre più crescente sentimento antisemita (vedi l’affare Dreyfus). Il 14 febbraio del 1896 Theodor Herzl, scrittore e giornalista ungherese, pubblica a Vienna, in tedesco, 3000 copie di un libretto intitolato “Der Judenstaat. Versuch einer moderner Losung der judenfrage” (ovvero: “Lo Stato degli Ebrei. Saggio di una soluzione moderna della questione degli ebrei”). Quel libretto, breve ma intenso, raccoglie una vasta quantità di principi già ponderati da singole menti, ma ora racchiusi in un unico saggio accessibile, efficace, riassuntivo. Herzl – non a caso inviato in Francia per l’affare Dreyfus – è a favore di un’unica, possibile soluzione della questione ebraica: la formazione di uno stato nazionale. Dove? Con incredibile leggerezza l’autore del libretto – ma anche molti suoi colleghi – ipotizza di trasferirsi – di sana pianta – in paesi come l’Argentina o l’Uganda. La prescelta, però, è un’altra: la Palestina, la Terra Promessa. Herzl, negli anni, si dedica totalmente alla causa sionista, arrivando persino ad organizzare il primo congresso sionista in quel di Basilea, nel 1897. Lì, e in tante altre occasioni, propone di colonizzare la Palestina chiedendo la concessione “di un focolare garantito dal diritto pubblico” all’impero ottomano, promettendogli in cambio il risanamento del debito pubblico: tentativi entrambi falliti. Herzl, difatti, muore il 3 luglio del 1904 all’età di 44 anni.

La divisione della Palestina ad opera dell'ONU (prima e dopo)
La divisione della Palestina ad opera dell’ONU (prima e dopo)

13 anni dopo, nel corso della Grande Guerra, il sionismo – ormai ben più diffuso – viene legittimato dall’Inghilterra, che si impegna con la dichiarazione di Balfour ad appoggiare l’insediamento in Palestina di un focolare nazionale ebraico. Di qui in poi – non più in prospettiva, ma nei fatti – iniziano a concatenarsi le cause di un conflitto atroce. Con la shoah, lo sterminio ebraico perpetrato dal governo nazionalsocialista tedesco, i desideri di rivalsa sul mondo da parte degli ebrei diventano insistenti e giustificati. Si vuole tornare protagonisti, non più come vittime – ruolo diventato a loro consueto – bensì come nazione indipendente, libera e democratica. Dal loro punto di vista (è bene specificarlo) vengono accontentati dall’ONU, l’Organizzazione delle Nazioni Unite, che nel novembre del 1947, a Flushing Meadows, approva la spartizione a metà della Palestina. Proclamata la nascita dello Stato di Israele, il 14 maggio del ’48, l’Egitto gli dichiara guerra, dando inizio alla guerra d’indipendenza, la prima delle guerre arabo-israeliane. L’ultima, quella tra Hamas ed Israele, è ancora in corso.

Pubblicato da riccardocotumaccio

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