Ma non è colpa di Luigi Preiti

Ma non è colpa di Luigi Preiti

Oggi, a Roma, si è mostrata di nuovo fredda, schietta, disumana, la mano dell’Italia che ha perso tutto.

Persino la dignità. In Luigi Preiti – ex-operaio, separato, disoccupato – si rivede la pazzia di chi è all’ultima spiaggia. Di chi, credendo di impugnar pistola, crede nella follia del voler far tutto da soli. Luigi Preiti è un uomo, un cittadino, una vittima. Non un omicida, non uno squilibrato. Bensì una vittima dello Stato ignobile, distante, benestante, indifferente, nei confronti di chi si toglie la vita, di chi chiude baracca, di chi non ha più un lavoro, di chi, oggi si ritrova orfano dello Stato. Ha chiesto di essere ucciso, Luigi Preiti. Il suo è stato l’ennesimo, disperato allarme. L’ennesimo preavviso di qualcosa di grave che tra poco ci colpirà tutti. Chi vuole tapparsi gli occhi con l’ignoranza del più becero buonismo è libero di farlo. Ma nessuno di noi sa cosa ha provato quell’uomo. Perché la nostra, è una crisi relativa. Non è la loro crisi. E finché non sarà di tutti, Luigi Preiti resterà un folle. Un omicidio non si può giustificare. Ma se ne ricerchino le cause, si scavi nelle motivazioni. A rimetterci è stata – per l’ennesima volta – l’istituzione sbagliata. Ma non è colpa di Luigi Preiti.

Pubblicato da riccardocotumaccio

Speaker, autore, giornalista e presentatore: il tutto in un solo uomo, pensate.