Matteo Renzi: la mosca tze tze

Matteo Renzi: la mosca tze tze

Da quando Enrico Letta è presidente del Consiglio dei ministri, in Matteo Renzi è scattato qualcosa. E no, non parliamo del Renzi versione “Happy Days” o del Renzi versione baffuta (per carità), ma di un meccanismo che, presente sin dall’era Bersani, si è ritrovato ancor più presente, insistente e – ovviamente – a dir poco irritante.

Matteo Renzi, oggi più di ieri, è con coraggio ed orgoglio la mosca tze tze del Partito Democratico. Ma non da ieri. Lo è stato in occasione delle Primarie (anche se lì, dar fastidio, aveva un suo senso), per poi continuare imperterrito nel corso della campagna elettorale. Campagna in cui Bersani, candidato premier, oltre a suicidarsi di dichiarazione in dichiarazione, doveva pure difendersi da un sindaco che, invece di fare il primo cittadino, si ritrovava di continuo a dividere, polemizzare e pontificare su un partito già moribondo di suo. Ma in fondo, a Renzi, far la mosca faceva comodo. Farsi bello sulle macerie bersaniane e, al contempo, tirarsi fuori dai giochi autodefinendosi un semplice “sindaco di Firenze” faceva parte del gioco. Con il k.o. di Bersani, l’incorreggibile Renzi sembrava aver vinto il match, e con tempismo afferma di voler correre alla presidenza del Consiglio in caso di nuove elezioni. Napolitano, però, affida il governo a Letta, e Renzi si ritrova, ancora una volta, con un palmo di naso.  Eppure, forte dell’intervista a “Chi” e dello show ad “Amici”, l’irreprensibile Renzi torna a dar fastidio: stavolta a Letta. Governo e Parlamento funzionano se fanno le riforme e non se vivacchiano”, avrebbe dichiarato il Fonzie di Firenze, che poi aggiunge: “Non voglio far polemiche col governo, né voglio sabotarlo”. A più di qualcuno, da mesi, pare tutto il contrario. Ma del resto Renzi è solo il sindaco di Firenze. Perché pensar male?

Pubblicato da riccardocotumaccio

Speaker, autore, giornalista e presentatore: il tutto in un solo uomo, pensate.