Chiaramente l’omicidio di Willy ha scatenato una serie di stronzate senza pari, pronunciate da personaggi ed entità pure di spessore.
Ne cito alcune su tutte:
– Massimo Giannini che vorrebbe “bandire certe discipline marziali e chiudere le relative palestre”. Arrestiamo pure i campioni olimpici di tiro al piattello dai, maledetti assassini vigliacchi;-
– i principali quotidiani d’Italia che repostano l’ultimo video condiviso da uno dei due killer, definendo la stand up comedy una roba “dai toni scurrili” (ok boomer);
– il sindaco di Paliano che definisce “Willy nel posto e nel momento sbagliato” (un pub paragonato in termini di rischio alla striscia di Gaza);
– i profili social della Gente per Bene che postano senza fine le immagini dei carnefici augurandogli la stessa fine della loro vittima;
– i contestatori di Matteo Salvini che vorrebbero un suo tweet: ma lasciatelo stare, è in giro a cagarsi sotto perché all’interno del suo partito hanno capito che Zaia al confronto è Churchill;
– la politicizzazione dell’assassino: non è rilevante la vicinanza ad ambienti di estrema destra. I killer non hanno colori politici, la questione è culturale ed è oltremodo irritante doverlo ripetere. Chi ha ucciso i quotidiani favorendo la giungla delle news gratuite alimenta senza rendersene conto nuova violenza e analfabetismo, cui purtroppo non c’è scampo.