“Sì, ma succedeva pure prima”

“Sì, ma succedeva pure prima”

La principale risposta alla preoccupante ondata di violenza nei confronti di minoranze etniche verificatasi nelle ultime settimane in Italia è: “sì, ma succedeva pure prima”. Come a dire: ‘guardate, nulla di grave. Cose che succedono’. È il giustificazionismo 2.0 di un elettorato – principalmente Cinque Stelle, quello leghista è proprio felice dell’accaduto – senza più argomentazioni, traviato e taciuto dal dominio carismatico di Matteo Salvini, il vero leader dell’attuale legislatura.

Dal 1 giugno 2018, giorno di insediamento del governo giallo-verde, si sono verificate oltre 30 aggressioni fisiche razziste, una media di una ogni due giorni. Lo segnala il giornalista Luigi Mastrodonato in un tweet:

Come fa notare l’Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori (OSCAD), nell’ultima decade i crimini d’odio in Italia sono aumentati vertiginosamente. Luigi Di Maio, al contrario, sostiene che: ‘la questione razzismo in Italia sia solo un pretesto per attaccare Salvini’. La dichiarazione del ministro pentastellato arriva al termine di un mese – quello di luglio – fitto di attacchi a sfondo razziale: una bambina rom è stata ferita alla schiena da un piombino in zona Togliatti, a Roma; meno di 10 giorni dopo un migrante originario della Guinea ha denunciato di essere stato colpito in pieno volto con una pistola ad aria compressa; infine ad Aprilia, pochi giorni fa, un cittadino marocchino è morto dopo essere stato inseguito in auto da due persone convinte che fosse un ladro. Uno scenario che politicamente prevede una sola azione: la condanna. Da Palazzo Chigi, invece, solo disinformazione e giustificazioni sommarie.

“Sì, ma succedeva pure prima”, dicono in molti. Ignorando quanto questo non giustifichi in alcun modo gli episodi stessi né l’atteggiamento mediatico della nostra classe politica, costantemente volto – a differenza dei governi precedenti – a isolare minoranze etniche, giudicare con leggerezza gli atti violenti ai loro danni e giustificare l’odio e la repressione che molti elettori di questo governo hanno riscoperto di possedere, fomentati da fake news e questioni – come quella dell’invasione – che non esistono minimamente. La propaganda del povero contro povero vince sulla crisi reale del paese, più difficile da affrontare. L’immigrato, pecora nera della politica salviniana, è il bersaglio facile, utile a conquistare sempre più voti e spostare l’attenzione dei cittadini verso problematiche propagandistiche. C’è però un’Italia che non s’arrende e che, tramite intellettuali, giornalisti e pochi politici di sinistra, tenta di educare e di informare. Speriamo non invano.

Pubblicato da riccardocotumaccio

Speaker, autore, giornalista e presentatore: il tutto in un solo uomo, pensate.